Viene utilizzato nella preparazione cavitaria, indifferentemente sullo smalto e sul cemento; questa propensione è merito di alcune caratteristiche del laser: la lunghezza d’onda è perfettamente compatibile con i picchi di assorbimento di sostanze quali acqua, idrossiapatite e collagene. Ne deriva una profondità di penetrazione nello smalto di circa 5 micron a 300 microsecondi di pulsazione. Quando il laser si concentra sulla superficie dentaria, l’acqua contenuta nel tessuto vaporizza quasi all’istante, con un processo espansivo che provoca la rottura della struttura cristallina circostante. Questo previene vibrazioni e microfratture che possono essere causate dai comuni manipoli ad alta velocità; in più, riduce anche il discomfort per il paziente (e anche per il clinico), azzerando ad esempio quello da “inquinamento acustico”.